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Formule matematiche

Alla ricerca del Sacro Graal: l'ottimizzazione

Competere sui mercati internazionali producendo in Italia è sempre più difficile. Il contesto non è dei più favorevoli. Il costo dei fattori primi, come ad esempio il personale o la forza motrice, sono i più alti del mondo occidentale, e questi portano inesorabilmente fuori mercato.

Le imprese Italiane riescono a competere con le multinazionali e/o con le imprese Asiatiche quando la flessibilità di esecuzione consente di soddisfare le esigenze particolari del cliente con grande rapidità. Indubbiamente il “Made in Italy” in tanti settori ha ancora il suo fascino ma per restare sul mercato con profitto è assolutamente necessario razionalizzare la complessità organizzativa, semplificando, e lavorare sull’ottimizzazione dei processi produttivi.

 

L’ottimizzazione si rivolge a numerosi temi e numerose aree. Sicuramente uno degli aspetti più rilevanti, spesso sottovalutato, riguarda la previsione della domanda. Quando le previsioni sono sbagliate aumentano le rotture di stock per certi prodotti, con conseguenti mancate vendite e abbassamento del livello di servizio. D'altro canto, si gonfia il magazzino con prodotti non richiesti che assorbono denaro, spazio e quant’altro. La domanda può essere calcolata con i metodi matematici più consoni oppure disponendo di una quantità e qualità dei dati più elevata per alimentare tecniche da metodo Delphi.

 

Altra grande area di ottimizzazione riguarda la pianificazione dei materiali e delle risorse. Nonostante gli standards MRP siano piuttosto consolidati non è sempre chiaro quali sono i numerosi parametri e i valori corretti da assegnare alle variabili per ottenere piani attendibili, soprattutto quando ci sono rilevanti situazioni di conto terzismo, di fase e di livello.

 

Lo scheduling, quando viene gestito, presenta algoritmi complessi per l’ottimizzazione pesata di un mix di obbiettivi di fabbrica. Gli ordini non devono andare in ritardo, la produzione deve correre snella con il minor numero di cambio prodotto …, il cash flow deve essere accorciato il più possibile, deve essere ridotto il time to market … Operando, ad esempio, solo sul flow time viene ottimizzata al massimo la produzione ma potrebbero finire in ritardo ordini economicamente rilevanti di clienti “chiave” con ripercussioni sul cash flow aziendale. Definire gli obbiettivi del piano e perseguirli è cosa tutt’altro che scontata.

 

Un problema caratteristico che riduce l’efficienza di fabbrica sono i “colli di bottiglia” sulla filiera che limitano la capacità produttiva all’anello più debole della catena. Spesso rivedere il layout di fabbrica non è sufficiente perché servono skills non facilmente reperibili sul mercato. Le analisi economiche e strategiche del “make or buy” condizionano significativamente la fisionomia dell’impresa e richiedono valutazioni molto attente.

 

L’ottimizzazione del rapporto con i fornitori è essenziale. Spesso si considera solo qualità e prezzo. A volte la riduzione dei lead time e delle non conformità apporta maggiori benefici economici rispetto a tutto ciò che si è cercato nel fornitore fino a quel momento. Le stesse identiche considerazioni valgono anche per i corrieri. Molto spesso sottovalutati anche se la loro performance può influire a volte in modo determinante sui ritardi, e quindi sulle economie di fabbrica.

 

Esiste anche il problema dell’efficientamento nella gestione della produzione, imperniato sull’eliminazione della burocrazia di gestione, rendendo fluida la comunicazione e la leggibilità del dato, il dispacciamento ai reparti o centri di lavoro e semplificando la raccolta degli eventi di fabbrica.

Ci sono tanti modi di intendere un sistema M.E.S.: sicuramente i dati di base sono sempre gli stessi ma tutto attorno si sviluppano logiche di raccolta di informazioni considerate accessorie che poi diventano fondamentali nel “big data” aziendale ai fini dell’intelligence.

 

In merito alla logistica i temi di ottimizzazione sono infiniti: ottimizzazioni di stoccaggio su magazzini geograficamente distribuiti, flussi di avanzamento del WIP, punti presa, multi presa, ottimizzazione dei percorsi distributivi, inclusione o migrazione a magazzini automatici e/o semiautomatici …ogni realtà va analizzata a se.

 

Non c’è la pretesa di elencare tutte le casistiche, sono state considerate quelle classiche che si presentano più frequentemente. Certamente il fattore comune della competitività coinvolge la razionalizzazione dei flussi e dei processi, in altre parole l’ottimizzazione dell’impresa nella sua totalità.

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